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20 marzo 2013

Le conseguenze sanitarie dell'incidente di Fukushima. Punto della situazione a febbraio 2013


Abbiamo pensato di riportare qui nella sua completezza il risultato della ricerca dell'IRSN (l'Istituto di Radioprotezione Francese) riguardante le conseguenze sanitarie dell'incidente alla centrale di Fukushima.
Ecco quindi di seguito il testo completo della pubblicazione, che potete trovare nella sua versione originale qui: Les conséquences sanitaires de l'accident de Fukushima

Disclaimer: Questa traduzione è stata eseguita in proprio da unico-lab, senza contributo, sostegno o revisione dell'IRSN, nel solo scopo di dare maggiore diffusione al comunicato stesso e permetterne quindi la comprensione anche alle persone non francofone.



Le conseguenze sanitarie dell'incidente di Fukushima
Punto della situazione a febbraio 2013


I. Stima della dose potenzialmente ricevuta dalla popolazione giapponese

Durante il 2011, l'IRSN ha condotto diverse valutazioni delle emissioni radioattive nell'atmosfera provocate dall'incidente di Fukushima Dai-Ichi avvenuto l'11 marzo 2011, così come le conseguenze sull'ambiente terrestre giapponese. Queste valutazioni si sono appoggiate sugli strumenti di crisi sviluppati dall'IRSN e dalle numerose informazioni e dati tecnici pubblicati progressivamente in Giappone. Dall'altro lato, l'IRSN ha raccolto e interpretato i risultati delle misure radiologiche effettuate sugli alimenti di origine terrestre, pubblicati fra metà marzo 2011 e luglio 2012 dal Ministero della Salute Giapponese.
Secondo queste valutazioni, la fase principale dei rigetti sarebbe durata dal 12 al 25 marzo 2011 e avrebbe coinvolto il territorio giapponese in due episodi, il primo il 15 e il 16 marzo (figura 1), nel corso del quale si sono formate i principali depositi radioattivi, e il secondo dal 20 al 23 marzo, di minore importanza (figura 2). I depositi radioattivi più importanti si trovano a nord-ovest della centrale incidentata, fino a diverse decine di chilometri. Depositi di minore entità si sono ripartiti in maniera discontinua fino a più di 250 km. Composti inizialmente per la maggior parte di radionuclidi a vita breve, l'attività di questi depositi è diminuita nelle settimane seguenti. A partire dall'estate 2011, il Cs-134 e Cs-137 sono divenuti i principali costituenti dei depositi rimasti.
Figura 1: modellizzazione della dose ambientale risultante dalla dispersione atmosferica dell'incidente di Fukushima il 15 e il 16 marzo mattina (eccetto contributo dei depositi radioattivi - modello IRSN pX, scala locale), mostrante il primo episodio di contaminazione sull'isola di Honshu.
Figura 2: modellizzazione della dose ambientale risultante dalla dispersione atmosferica dell'incidente di Fukushima fra il 20 e il 23 marzo (eccetto contributo dei depositi radioattivi - modello IRSN pX, scala locale), mostrante il secondo episodio di contaminazione sull'isola di Honshu.
Le stime dosimetriche dell'IRSN indicano che durante la fase di rigetto in atmosfera le dosi dovute al pennacchio radioattivo, in assenza di protezione, sarebbero state potenzialmente più elevate per le persone che si fossero trovate nella zona costiera situata fino a qualche decina di chilometri a nord e a sud della centrale incidentata (figura 3).
Figura 3: Cartografia della dose efficace (carta di sinistra) e della dose equivalente alla tiroide (carta di destra) potenzialmente ricevute da un bambino di un anno che fosse restato senza protezione durante la fase di rigetto dell'incidente di Fukushima (modello pX dell'IRSN, scala locale).
Nel seguito, tenuto conto della ripartizione spaziale dei depositi radiattivi (figura 4), le popolazioni potenzialmente più esposte ai raggi gamma emessi da questi depositi permanenti sarebbero quelle residenti fino a una cinquantina di chilometri a nord-ovest della centrale, al di là della zona di evacuazione di emergenza di 20 km.
Figura 4: Carte della zona principale di ricaduta radioattiva risultante dall'incidente di Fukushima: a sinistra, carta dei depositi cumulati di Cs-134 e Cs-137; a destra, carte della dose ambiente.
Per quello che riguarda la contaminazione alimentare in Giappone, l'interpretazione dei risultati delle misure pubblicati mette in evidenza l'influenza determinante della data dell'incidente, delle pratiche di allevamento in Giappone e delle caratteristiche dei depositi.
La data della ricaduta radioattiva, molto precoce rispetto al calendario agricolo e degli allevamenti, spiega ampiamente la contaminazione moderata della maggior parte degli alimenti di origine terrestre, specialmente nelle zone di deposito più importanti. Nel caso dei prodotti caseari e della carne, questo effetto è stato rinforzato dalla pratica, corrente in Giappone, di alimentare gli animali nei locali di stabulazione con foraggio importato. I risultati delle misure pubblicati in Giappone hanno d'altra parte confermato la sensibilità particolare dei funghi, compresi quelli coltivati, e della selvaggina.
L'IRSN ha condotto una valutazione della dose potenzialmente ricevuta dalla popolazione residente nei territori più colpiti dai depositi radioattivi e che avrebbero potuto ingerire alimenti locali contaminati, in ipotesi di consumo penalizzanti, ma almeno possibili. Secondo queste stime, queste dosi sarebbero state considerevolmente più basse di quello che sarebbero potute essere in altre circostanze, grazie al livello di contaminazione generalmente moderato per la maggior parte degli alimenti, dell'evacuazione precoce dei territori maggiormente colpiti e le restrizioni al consumo prescritte dalle autorità giapponesi.
Queste differenti valutazioni permettono di valutare in prospettiva le dosi assunte dalla popolazione giapponese durante l'incidente e in seguito:
  • durante la fase delle emissioni (dal 12 al 25 marzo 2011), si potrebbe aver raggiunto una dose efficace superiore a 50 mSv (il livello applicabile in Francia per l'evacuazione d'urgenza della popolazione) all'interno di un raggio di 20 km, prevalentemente dovuta all'esposizione interna per inalazione di sostanze radioattive (dal 70 all'80%, a seconda del posto) e in secondo luogo dall'esposizione esterna vicino ai depositi (dal 15 al 20%);
  • durante questo periodo, e tenendo conto delle condizioni meteorologiche, la dose stimata comincia a diventare significativa a partire dal 15 marzo, data alla quale le autorità giapponesi annunciavano di aver raggiunto l'evacuazione di circa 80 000 persone residenti nella zona di 20 km, decisa il 12 marzo. In questo modo è probabile che si siano potute evitare le esposizioni più massicce per questa parte di popolazione più vulnerabile. Si tratta di una differenza importante rispetto a quanto accadde intorno al sito di Chernobyl durante l'incidente del 1986;
  • tenuto conto dell'abbondanza di nuclidi a vita breve nei depositi iniziali, al termine del primo mese seguente la formazione dei depositi si potrebbe aver superato la dose di 10 mSv (valore considerato in Francia sufficiente per l'allontanamento delle popolazioni in situazione post-incidente) per le popolazioni residenti nei territori più contaminati a nord-ovest della centrale, al di là della zona di evacuazione di 20 km (figura 5). In queste zone la dose per irraggiamento esterno dovuto ai depositi, tenuto conto della protezione degli edifici, avrebbe potuto arrivare fino a 25 mSv, senza tenere conto dell'esposizione dovuta al pennacchio radioattivo fra il 12 e il 25 marzo e all'eventuale consumo di alimenti contaminati. Tenuto conto del fatto che l'evacuazione di questi territori è cominciata solo il 22 aprile, non si può escludere che questi livelli di esposizione siano stati realmente raggiunti;
    Figura 5: Zona (in giallo) dove la dose per esposizione esterna dovuta ai depositi radioattivi ha potuto superare i 10 mSv al termine del primo mese seguente la formazione dei depositi nella prefettura di Fukushima.
  • Nel corso dei 12 mesi successivi (15 aprile 2011 - 15 aprile 2012) i territori dove la dose dovuta ai depositi esterni ha potuto potenzialmente superare i 10 mSv sono leggermente più estesi di quelli identificati nel periodo precedente (figura 6). Questi corrispondono circa a quelli soggetti a evacuazione differita (dopo il 22 aprile); è quindi probabile che questa dose si sia potuta evitare;
    Figura 6: Zona (in verde) dove la dose per esposizione esterna dovuta ai depositi radioattivi sono stimate superiori a 10 mSv fra il 15 aprile 2011 e il 15 aprile 2012 nella prefettura di Fukushima. La zona circolare corrisponde alla zona di 20 km evacuata in urgenza al momento dell'incidente.
  • Come ci aspettava, è durante i primi due mesi che la dose dovuta all'ingestione di alimenti contaminati (principalmente verdura a foglia) potrebber aver raggiunto i livelli più elevati. Questo mostra la correttezza di mettere rapidamente in pratica misure di interdizione e di controllo degli alimenti originari dei territori contaminati, come raccomandato in Francia dal CODIRPA;
  • Considerando la rapida diminuzione di contaminazione delle verdure a foglia e dei livelli di contaminazione moderati delle altre categorie di alimenti (compreso latte e carne) e delle misure di interdizione e controllo messe in atto dalle autorità giapponesi, la dose per ingestione ricevuta nel corso del restante anno 2011 sono probabilmente basse, stimate a meno di 1 mSv. In caso di non rispetto dei limiti di commercializzazione, solo una consumazione ripetuta di funghi avrebbe potuto far superare questo valore;
  • A condizione di mantenere il dispositivo di controllo di qualità radiologica degli alimenti prodotti nei territori coinvolti nell'incidente, la dose suscettibile di essere ricevuta dai consumatori di alimenti locali diminuità ancora negli anni a venire. E' dunque la dose dovuta all'esposizione esterna dei depositi che imporrano dei vincoli alla durata della gestione dei territori contaminati e alla riconquista delle zone evacuata.
In conclusione, questi elementi mostrano che la questione radiologica si concentra sul periodo dei rigetti (fase di urgenza, quando la situazione non è sotto controllo sul sito dell'incidente) e nel periodo di due mesi seguenti la formazione dei depositi radioattivi. Queste conclusioni, derivate dall'intepretazione delle osservazioni fatte in Giappone, confermano quelle dedotte dagli scenari di incidente studiati in Francia nel quadro dei lavori del CODIRPA.

II. Monitoraggio epidemiologico della popolazione in Giappone

Principi dello studio

Dalla fine del mese di giugno 2011, le autorità sanitarie giapponesi hanno concepito e messo in funzione uno studio epidemiologico al fine di valutare lo stato di salute delle persone che sono state esposte alle emissioni radioattive e di seguirne l'evoluzione nel tempo. In funzione del gruppo interessato, questi studi son basati su un qeustionario che sarà completato in certi casi da esami medici. I risultati di questo studio epidemiologico permetteranno di disporre di informazioni sull'incidenza di base di certe patologie nella popolazione giapponese (cancro, leucemie, disturbi psicologici, tiroidei, epatici, renali, diabete, ecc.) e di valutare le eventuali conseguenze sanitarie dell'esposizione della popolazione alla ricaduta radioattiva. Previsto su una durata di 30 anni, la conduzione dello studio è stata affidata all'Università di Medicina di Fukushima in collaborazione con altri centri medici giapponesi.
Questi studi consistono nella realizzazione:
  • di una inchiesta di base destinata a tutte le persone che si trovavano nella prefettura di Fukushima durante la fase dei rigetti: questa inchiesta ha per obiettivo di stimare la dose esterna ricevuta dalle persone esposte, raccogliere informazioni relative alla presa di compresse di iodio stabile e alla consumazione di prodotti alimentari e di acqua potabile e di identificare le persone per le quali sarebbe necessario un monitoraggio medico di lunga durata, questa inchesta è realizzata su 2 056 994 persone;
  • di un bilancio tiroideo realizzato su tutti i bambini di meno di 18 anni he si trovavano nella prefettura di Fukushima durante la fase dei rigetti: questo studio ha per obiettivo principale la messa in evidenza di un eventuale aumento del cancro della tiroide come quello osservato nei bambini esposti alla ricaduta radioattiva dell'incidente di Chernobyl, questa riguarda circa 360 000 bambini nati fino al 1 marzo 2012;
  • di un monitoraggio delle anomalie gentiche e congenitali che possono apparire nei bambini nati da donne con una gravidanza dichiarata fra il 1 agosto 2012 e il 31 luglio 2011, questo studio riguarda circa 20 000 donne. Questo studio andrà a completare quello lanciato nel 2010 inuna dozzina di regioni del Giappone dal Ministero Giapponese dell'AMbiente su circa 100 000 donne incinte: l'obiettivo di questo studio (JECS: Japan Environment and Childrens's Study) è di valutare nei bambini nati da queste madri le conseguenze di una esposizione a tossine ambientali di natura chimica e fisica, a partire dal suo inizio questo studio comprendeva località vicine alla centrale nucleare di Fukushima Dai-Ichi (Fukushima, Minamisoma, Namie); nell'agosto 2011 le autorità giapponesi hanno deciso di integrare in questo studio un gruppo di 6 900 donne delle città fra le più esposte alla ricaduta radiaottiva (Kawamata, Koori, Date, Kunimi), tutti i bambini nati da madri partecipanti allo studio del JECS saranno seguiti fino all'età di 12 anni;
  • di bilanci medici specifici sulle persone che sono state evacuate dalle zone più esposte alla ricaduta radioattiva, questo studio rigaurda 210 189 persone e permettera di raccogliere informazioni relative allo stile di vita (tabagismo, alcolismo) e al loro stato psicologico sulla base di un questionario, informazioni relative all'incidenza di base di patologia quali cancro, leucemia, diabete, disturbi epatici e renali e alla realizzazione di esami radiologici che possono incidere sulla dose esterna assorbita (in particolare, scanner). Dall'altro lato, un monitoraggio specifico complementare su dieci anni riguardante le turbe psicologiche sarà messo in opera dal Ministero Giapponese della Salute su circa 30 000 persone della prefettura di Fukushima, Iwate e Miyagi.

Avanzamento dello studio in corso

Questionario dosimetrico
  • Il 5 dicembre 2012, 475 028 persone fra le 2 056 994 residenti nella prefettura di Fukushima avevano risposto al questionario, ovvero un tasso di risposta del 23.1% secondo un rapporto pubblicato dall'Università di Medicina di Fukushima il 27 dicembre 2012.
  • Fra i 475 028 questionari ricevuti, per 354 736 persone sono state calcolate le dosi esterne ricevuto nel corso dei primi 4 mesi dopo l'incidente (con l'esclusione dei lavoratori) con l'aiuto di un software sviluppato dal NIRS (National Institute for Radiological Sciences).
  • Secondo le stime del NIRS, 234 929 persone (corrispondenti al 66.2% delle persone esaminate) avrebbero ricevuto nel corso dei primi 4 mesi dall'incidente delle dosi esterne inferiori a 1 mSv e 12 persone (corrispondenti a meno dello 0.01% delle persone esaminate) avrebbero ricevuto una dose superiore a 15 mSv (figura 7).
  • Fra le 1é persone più esposte, si trova una persona di età compresa fra 10 e 19 anni, due persone fra 40 e 49 anni, due persone fra 50 e 59 anni, sei persone fra 60 e 69 anni e una persona con più di 80 anni. Le dosi più elevate sarebbero state ricevute dalle persone che si trovavano nelle regioni di Kempoku (comprendenti Kawamata e Yamakiya) e Soso (comprendenti Namie e Iitate) (figura 8).
Figura 7: Ripartizione delle dosi esterne ricevute dalla popolazione della prefettura di Fukushima nel corso dei primi 4 mesi dall'incidente secondo i risultati dell'inchiesta realizzata dall'Università di Medicina di Fukushima (bilancio del 5 dicembre 2012).
Figura 8: Ripartizione delle dosi esterne ricevute dalla popolazione della prefettura di Fukushima nel corso dei primi 4 mesi dall'incidente secondo i risultati dell'inchiesta realizzata dall'Università di Medicina di Fukushima (bilancio del 5 dicembre 2012, il numero di persone indica quelle per le quali è stata realizzata una valutazione).

Valutazione della funzione tiroidea nei bambini esposti alle emissioni radioattive
  • Al fine di valutare la funzione tiroidea dei bambini esposti alle emissioni radioattive l'Università di Medicina di Fukushima ha iniziato in aprile 2011 uan vasta campagna di realizzzione di ecografie della tiroide sui circa 360 000 bambini che erano presenti nella prefettura di Fukushima al momento dell'incidente. In caso di rivelazione di anomalie tiroidali, lo screening è completato da analisi biologiche o biopsie alla tiroide.
  • Le autorità giapponesi si sono prefisse come obiettivo che tutti i bambini coinvolti possano beneficiare di una prima ecografia tiroidale entro april 2014. A partire da questa data, i bilanci tiroidei di controllo saranno eseguiti sui bambini ogni due anni fin all'età di 20 anni, poi tutti i 5 anni dopo i 20 anni.
  • Fra i 95 954 bambini che hanno beneficiato di un controllo tiroideo fra l'aprile 2011 e settembre 2012, l'ecografia non ha rivelato la presenza di alcuna anomalia in 57 627 casi (il 60.1%), noduli o cisti di diametro inferiore a 5 mm o 20 mm rispettivamente (noduli e cisti non necessitano normalmente di trattamenti particolari) sono stati diagnosticati su 37 826 bambini (il 39.4%), infine 501 bambini presentavano noduli o cisti di diametro superiore a 5 mm o 20 mm rispettivamente (lo 0.5%), tali da giustificare di una ecografia di controllo.
  • Sui 501 bambini che devono sottostare ad esami complementari, 83 erano stati realizzati entro il 31 [sic!] settembre 2012. La seconda ecografia di controllo ha permesso di confermare l'assenza di inquietudini in 23 bambini. Per quanto rigaurda gli altri 60, 36 hanno beneficiato di aspirazione del contenuto dei noduli o delle cisti rivelate. Per questi bambini è raccomandato un controllo annuale. Tuttavia, al giorno d'oggi alcuna informazione precisa rigaurdante il risultato delle aspirazioni realizzate è stata portata a nostra conoscenza.
Bilancio specifico realizzato sulle persone evacuate
  • Al 31 ottobre 2012, 92 311 persone (di cui 18 743 bambini e 73 568 adulti) fra le 210 189 (di cui 29 585 bambini e 180 604 adulti) che sono state evacuate dalle zone più esposte avevano risposto a un questionario per raccogliere informazioni sulle loro abitudini di vita dopo l'incidente e sul loro stato psicologico.
  • Fra queste 92 311 persone, sulla base delle risposte fornite 4 757 (di cui 1 294 bambini e 3 463 adulti) sono state segnalate per essere ricontattate e beneficiare di un sostegno infermieristico o psicologico da parte dell'Università di Medicina di Fukushima. Su 4 757 persone, si sono potute contattare per via telefonica 3 831 persone (di cui 1 158 bambini e 2 673 adulti

Non esiste al giorno d'oggi alcuna informazione disponibile riguardante l'avanzamento degli studi sulle donne incinte e i loro bambini.

 

III. La situazione dei lavoratori impiegati nelle operazione condotte nella centrale nucleare di Fukushima Dai-Ichi

Dose ricevuta dai lavoratori
Le sole informazioni disponibili attualmente sulla dose ricevuta dai lavoratori implicati nelle operazioni condotte alla Centrale di Fukushima Dai-Ichi sono quelle fornite dalla società TEPCO che pubblica un bilancio mensile dall'aprile 2011. Essi riguardano solo gli impiegati TEPCO e i subappaltati. Nell'agosto 2012 le autorità giapponesi hanno trasmesso le informazioni relative all'esposizione delle altre categorie di lavoratori espisti (pompieri, poliziotti, impiegati municipali, agenti della sicurezza civili), queste informazioni sono attualmente in corso di consolidamento e analisi e dovrebbero essere pubblicate da qui alla fine del 2013.
L'ultimo bilancio pubblicato il 31 gennaio 2013 riguarda 3 628 impiegati TEPCO e 21 770 addetti di ditte subappaltate. La dose media ricevuta fra l'11 marzo 2011 e il 31 dicembre 2012 da questi lavoratori è stata di 24.79 mSv per i dipendenti TEPCO e di 9.74 mSv per i dipendenti delle società subappaltate.
Fino ad oggi sei lavoratori, tutti impiegati TEPCO, hanno ricevuto una dose superiore a 250 mSv. Secondo la TEPCO, l'85% della dose assorbita da questi lavoratori sarebbe dovuta all'inalazione di I-131 causata dall'assenza di maschere di protezione adeguate. La dose massima registrata è di 678.80 mSv.
Bisogna notare che le informazioni precise riguardanti la metodologia attuata per valutare la dose ricevuta dai lavoratori è stata già trasmessa dalle autorità giapponesi ai membri di un gruppo di lavoro del Comitato delle Nazioni Unite responsabile dello studio degli effetti dell'esposizione alle radiazioni ionizzanti (UNSCEAR: United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiation), incaricato di espertizzare le dosi pubblicate dalle autorità giapponesi. Le conclusioni definitive di questa inchiesta dovrebbero essere pubblicate entro la fine del 2013, possiamo comunque confermare già da ora cheè stato trovato un buon accordo fra le valutazioni giapponesi e quelle realizzate da esperti indipendenti, almeno per quello che riguarda i lavoratori che hanno ricevuto le dosi più elevate (per le altre categorie, i risultati sono in corso di analisi).

Effetti osservati e monitoraggio sanitario
 
Effetti osservati
Attualmente, sono stati registrati sette lavoratori deceduti, nessune dei quali sarebbe attribuibile a un'esposizione a radiazione ionizzante secondo le autorità giapponesi:
  • Due lavoratori di età fra i 20 e 30 anni sono deceduti l'11 marzo 2011 mentre si trovavano in uno degli edifici del sito diFukushima indondato dallo tsunami;
  • tre lavoratori di età fra i 50 e 60 anni sono deceduti per arresto cardiaco avvenuto il 14 marzo 2011 per il primo, il 9 gennaio 2012 per il secondo e il 22 agosto 2012 per il terzo;
  • un lavoratore di una quarantina di anni è deceduto di leucemia acuta il mese di agosto 2011: questo lavoratore non era mai stato esposto a radiazioni ionizzanti prima dell'incidente. Fra il mese di marzo 2011 e agsoto 2011, ha ricevuto una dose esterna di 0.5 mSv, d'altra parte una misura antroporadiometrica ha confermato l'assenza di contaminazione interna alla data del 7 agosto 2011. Queste informazioni complementari hanno permesso di confermare l'assenza di un rapporto causa-effetto fra l'esposizione alla radiazione ionizzante e la leucemia causa del decesso;
  • un lavoratore di una cinquantina di anni è deceduto in seguito a shock settico originato da un ascesso retroperitoneale il 6 ottobre 2011. Come per il lavoratore precedente deceduto di leucemia acuta, questo decesso non può essere attribuito all'esposizione a radiazione ionizzante: in effetti questo lavoratore non era mai stato esposto prima dell'incidente: ha ricevuto una dose esterna di 5 mSv dopo l'incidente e una misura antroporadiometrica realizzata il 9 settembre 2011 ha confermato l'assenza di contaminazione interna.

Monitoraggio sanitario
E' stata creata una base dati che raccoglie le informazioni relative al monitoraggio medico dei lavoratori. Ogni lavoratore, compresi quelli che non sono più impegnati nelle operazioni in corso alla centrale di Fukushima Dai-Ichi, beneficierà di un bilancio medico di base comprendente esami oftalmologici, uditivi, polmonari, cardiovascolari, digestivi, di tutte le analisi biologiche e di una valutazione del suo stato psicologico e psichiatrico.
Inoltre, i lavoratori che hanno ricevuto una dose superiore a 50 mSv beneficeranno di un monitoraggio particolare per rivelare l'eventuale apparizione di cataratte. Quelli che hanno ricevuto una dose superiore a 100 mSv beneficeranno di esami complementari mirati a seguire l'apparizione eventuale di disfunzionamenti tiroidei e di un certo numero di forme di cancro (polmoni, stomaco, colon).
In funzione delle osservazioni registrate, il monitoraggio medico potrà essere variato fra 3 anni.
A nostra conoscenza, nessun bilancio sanitario relativo a questo monitoraggio è stato ancora pubblicato dalle autorità giapponesi.


IV. Coinvolgimento dell'IRSN nei lavori dell'UNSCEAR

Durante la sessione annuale del maggio 2011, il Comitato delle Nazioni Unite per lo studio degli effetti dele radiazioni ionizzanti ha deciso di intraprendere la redazione du un primo rapporto consacrato all'incidente della centrale nucleare di Fukushima Dai-Ichi e delle sue conseguenze sulla saluta delle persone esposte alla ricadute radioattive.
Per condurre a buon fine questo lavoro, l'UNISCEAR ha fatto appello a tutti i governi perché questi propongano la nomina su base volontaria di esperti che saranno incaricati di partecipare alla redazione di questo rapporto. In totale, sono stati designati circa 60 esperti essenzialmente europei, giapponesi, canadesi, americani, brasiliani, coreani, russi bielorussi, ucraini e australiani. La Francia è rappresentata da 9 esperti, di cui 5 dell'IRSN e 4 del CEA.
Gli esperti sono ripartiti in 4 gruppi di lavoro:
  • il primo gruppo, diretto da un rappresentante americano, è incaricato di raccogliere le misurazioni e verificare la loro qualità; l'IRSN è rappresentato da un esperto responsabile di uno dei tre sottogruppi costituiti sotto questo gruppo di lavoro;
  • il secondo gruppo, diretto da un responsabile tedesco, è incaricato di valutare la dispersione atmosferica e marina delle emissioni radioattive; l'IRSN è rappresentato da un esperto in questo gruppo di lavoro;
  • il terzo gruppo, diretto da un rappresentante australiano, è incaricato di valutare la dose assorbita dalla popolazione e le conseguenze per le persone esposte, cosi' come delle specie non umane; l'IRSN è rappresentato da due eseprti in questo gruppo di lavoro;
  • il quarto gruppo, diretto da un rappresentante francese dell'IRSN, è incaricato di valutare la dose ricevuta dai lavoratori e le conseguenze sulla loro salute.
Dall'altro lato, un gruppo di coordinazione composto dal Presidente dell'UNSCEAR, dal Presidente della delegazione giapponese all'UNSCEAR, dei responsabili dei 4 gruppi di lavoro e dal segretario scientifico dell'UNSCEAR con i suoi collaboratori, è incaricato di assicurare il buon evolversi della redazione di questo rapporto.
Un primo rapporto intermedio è stato presentato nel maggio 2012 durante la 59-ma sessione annuale dell'UNISCEAR e il rapporto finale, la cui pubblicazione è attesa per la fine del 2013, sarà presentata nel maggio 2013 durante la 60-ma sessione annuale dell'UNSCEAR.
Questo rapporto dell'UNISCER portà beneficiare del contributo delle principali organizzazioni internazionali, in particolare dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e l'Organizzazione Mondiale di Meteorologia.



Fine del rapporto

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10 commenti:

  1. mamoru_giappopazzie20 marzo 2013 alle ore 23:28

    canadiani?

    :)

    RispondiElimina
  2. Ti sorprende più quello che gli australiani?

    RispondiElimina
  3. Gli australiani mi sembrano normali, sono i canadiani che mi sembrano un francesismo :)

    RispondiElimina
  4. @toto_unicolab:disqus
    sei riuscito a leggere il commento che stavo scrivendo prima?
    Infatti ho capito in ritardo... pensavo che gli strani fossero gli australiani che non hanno centrali e poi mi sono accordo dei... canadiani.

    RispondiElimina
  5. Toccata e fuga plantigrada:

    KEPCO decides to start shipping MOX fuel to Japan
    Kansai Electric Power Company says plutonium-uranium mixed oxide fuel, known as MOX, will be shipped from France to Japan for use in pluthermal power generation.
    The MOX fuel shipment from abroad would be the first since the accident at the Fukushima Daiichi nuclear power plant in March 2011.
    KEPCO said on Thursday it cannot say now whether such fuel will be used.
    Pluthermal power generation uses a mixture of plutonium extracted from spent nuclear fuel and uranium. The method was used at 4 power plants in Japan, including the firm's Takahama plant and Kyushu Electric Power Company's Genkai plant.
    But KEPCO suspended MOX fuel shipments from abroad after the March 2011 quake and tsunami and nuclear accident at Fukushima Daiichi plant. The firm did so because Japan's nuclear fuel recycling policy was not clearly defined and safe transportation of MOX fuel was not guaranteed.
    Two years after the accident, the utility decided to resume shipping of MOX fuel made in France for use at the Takahama plant.
    KEPCO says winning local support is a prerequisite to restarting pluthermal power generation.
    Mar. 21, 2013 - Updated 11:42 UTC (20:42 JST)


    P.S. ricordo che a marzo 2011 le forze di autodifesa dovevano andare a scortare un carico di MOX dei franciani [mi adeguo alla lingua valerianese] ma poi hanno posticipato tutto a data da stabilirsi, che sia questo il carico di allora?

    RispondiElimina
  6. KEPCO said on Thursday it cannot say now whether such fuel will be used.

    Cioé, questa frase in pratica significa.... si lo prendiamo, ma non sappiamo ancora che farcene :-)


    Bentornato!

    RispondiElimina
  7. mamoru_giappopazzie21 marzo 2013 alle ore 20:08

    lo so che mi hai messo nello spam, pero' trova tempo che andiamo tutti a cena :)

    RispondiElimina
  8. anch'io sono finito nel suo spam :(

    RispondiElimina
  9. Ed il fatto che non leggo nemmeno i miei post dovrebbe darvi un`idea del tempo libero che ho :(

    RispondiElimina

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